giovedì 2 agosto 2012

Rientra allarme sui tagli al tpl nel 2012

Nel trasporto pubblico locale lombardo non ci saranno tagli significativi, almeno per il 2012″. Lo ha detto l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, durante la seduta odierna della V Commissione consiliare, presieduta dal consigliere Rienzo Azzi.
L’assessore ha tuttavia sottolineato che “occorre trovare una soluzione definitiva per il funzionamento del trasporto pubblico locale nei prossimi anni”. “Abbiamo ribadito in ogni modo – ha spiegato – l’insostenibilità di una manovra che, nelle prime formulazioni, avrebbe messo in serio rischio il Tpl. A Roma se ne sono accorti e hanno fatto marcia indietro. Oggi possiamo dire che la nostra battaglia per salvare i fondi ha avuto successo. E questo non potrà che far piacere ai pendolari e ai cittadini”. Cattaneo ha inoltre aggiunto che “da quando si è iniziato a parlare di tagli alle ferrovie, ovvero dall’estate 2010, molte Regioni hanno scelto di sopprimere servizi o addirittura chiudere intere linee, mentre la Lombardia ha continuato a potenziare le corse”. A giugno 2012 il Piemonte ha chiuso 11 linee (460 km, pari al 24 per cento della propria rete, che coinvolge 6000 viaggiatori al giorno, a fronte di un risparmio non superiore a 15 milioni di euro sui 230 del valore del contratto); Abruzzo e Molise avevano già fatto lo stesso con la trasversale appenninica Sulmona-Isernia, come pure Campania e Puglia che hanno ridotto linee e servizi, mentre la Liguria ha effettuato un taglio dell’11 per cento della produzione in poco più di un anno. In Valle d’Aosta, Sicilia e Sardegna, invece, il contratto Trenitalia è ancora in capo allo Stato. Nei giorni scorsi Trenitalia aveva annunciato importanti tagli in tutte e tre le Regioni a partire dal 29 luglio, in quanto lo Stato non era in grado di garantire il completo pagamento del contratto. Con il Decreto Legge 83/2012 (Decreto sviluppo) sono stati stanziati 200 milioni per salvare dal dissesto finanziario le ferrovie regionali della Campania (come la Circumvesuviana) e altri 40 per consentire il passaggio dallo Stato alle Regioni delle Ferrovie del Sud-Est della Puglia e delle Ferrovie della Calabria. Mentre si rischiava di mettere in ginocchio il Tpl – conclude Cattaneo – si cercava di sanare le inefficienze causate da gestioni inadeguate da parte di altre Regioni.

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